1. |
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Stasera la nebbia
si raccoglie su me da ogni dove
e nel grigio il sole rosso
se ne sta sospeso dietro agli alberi,
è una magia.
Un pensiero è comparso
nel più limpido gelo d'inverno
che è muta stagione
e ricopre l'anima
col suo silenzio,
l'anima tua.
Nell'autunno io avevo
nostalgia dell'antica casa mia,
crisantemi giganti e pallidi,
nel tempo dei morti,
nelle vento di velluto
delle sere di novembre,
era nostalgia
un cadere di foglie
che mormora piano
e la neve d'un tratto
che gela i pensieri,
zitta fa tutto bianco e immobile
e io guardo l'inverno,
che non ha colori
e non ha ricordi
per me.
Ed il sole è una palla,
come un vetro a Natale
su un albero grande di nuvole,
rosso, rimane lì
sospeso
e mi guarda negli occhi
Forse sei tu...
sei tu...
sei tu?
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2. |
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3. |
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Fronte mare io sento le Sirene cantare,
cavallucci marini ed Eroi,
tartarughe giganti dallo spirito buono
che mi dicono: “confida in noi”
poi mi giro a guardare,
a sfiorare impaurita le fattezze della mia città,
i suoi angoli bui, le vetrine truccate
come attrici del gran varietà
ed i gatti randagi, che vagano muti,
affamati di un po' di pietà
ed un vecchio sul molo, gli occhi lucidi e tristi,
che mi narra la storia che sa
“Ho una moglie e una figlia, ma è fuggita all'est
c'ha lasciato una bimba, a noi vecchi e poi...
vivo in una roulotte, dietro al porto, laggiù
ed ho fame e dolore e più niente per noi”
Fronte mare i miei sogni naviganti nel blu
negli scogli si incagliano ormai,
Poseidone in soccorso, le Nereidi danzanti,
pure Ulisse mi consola: “Dai!”
ma mi accorgo che i gatti
silenziosi e sapienti randagi della mia città,
quando all'alba li nutro e alla sera disseto,
sono loro che incantano, qua:
“Devi avere pazienza - come noi, resistenza! -
e accettare il male che fa,
per rispondere lieve, come barca sull'onda,
come granchio in battigia, che sa...”
Ma ha una bimba e una moglie e più niente per sé
e non so cosa fare se non dargli pietà.
Elemosina misera! Ipocrisia!
E' dolore frangente che spazza la prua
Fronte mare, il mio gesto, le sue dita sui soldi,
mi ringrazia, bontà sua!
“Devi avere pazienza - come noi, resistenza! -
sulla riva, se tu vuoi stare qua!”
Fronte mare, naufragi di povera gente
e rumore di città indifferente.
fronte mare, “rispondere lieve”, ma come si fa?
Quattro soldi, tutto qua!
I miei gatti randagi con artigli segreti
mi accompagnano sempre in città,
tra onde chiare e gabbiani, spazzatura e movìda,
è lo stesso paesaggio si sa.
Ma loro sanno qualcosa, che sta sopra e sta sotto,
e alla vita dà forza e beltà!
Fronte mare, nella schiuma un sentiero di granchio va.
Sulla riva... l'onda toglie... e l'onda da...
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4. |
Liubomyr
05:31
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Di note bianche e nere
è fatto il mio mestiere,
un'arte senza casa, ormai.
Le suono innanzi al mare,
cercando di scordare
i fasti di un passato
da Re...
Respira il mio strumento
e canta in faccia al vento
che graffia artiglio di Nord-Est.
E dietro a me pianure,
altipiani, forre e gelo;
davanti...
solo il mare blu.
Paesaggio di confine,
è questa la mia casa,
lavoro, donna, gatto ed io.
Ti ho visto in questo luogo,
crocevia antico e lieto
tra mare e monte,
tra Sud e Nord...
E sento le tue note,
le voci della tundra
che spingono la vela tua.
Eroe e musicante,
nel gelo della piazza
tu apri l'orizzonte,
la crepa dentro al muro,
di note bianche e nere
ti auguro il futuro
perché il fasto antico
ritorni a farsi abbraccio puro.
Città fatta di bora,
di gente incappucciata,
si credon centri e sono periferie.
Un uomo mi ascoltava,
sorriso e monetina,
ma aveva freddo
ed è scappato via...
Ma ora torna, torna,
mi chiede ancora note,
mi dona ancora tempo
e torna, torna,
per me c'è ancora spazio,
per me c'è ancora senso
e torna, torna...
Respira il mio strumento
e canta in faccia al vento
che graffia,
artiglio di Nord-Est.
E dietro a me pianure,
altipiani, forre e gelo
e fuga, fame e sete,
paura e povertà,
ma suono in faccia al mare,
a un uomo di città!
Ricordati di me,
ricordati di me!
Ero Liubomyr...
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5. |
Libellula
04:03
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6. |
La rondine e il giunco
04:14
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Arundo è il giunco,
Hirundo la rondine su,
nei nomi memoria di città,
tra acque dorate
lei vola,
lui mormora e sa
e dice di uomini
antichi destini che ormai
spietato l'oblio porta via,
di guerra e di pena,
di sosta o di lena che sia.
Ma dice anche di una donna santa, Caterina,
che dal mare arriva qui, tra alte mura,
e sente voci, pianti, risa di creature tutte andate via,
prese dal fiume, mentre di Rondinaria resta il sogno
ma Caterina lo sa,
come rondine lei vola alta,
come giunco sopporta la vita,
le ferite di oggi e di allora
che curava con forze d'aurora,
Caterina attraversa la storia,
come rondine vola da sola,
come giunco si piega all'amore,
generosa rimedia al dolore,
con coraggio si mette a lottare
con la grinta del pesce nel mare;
lei ai giunchi e alle rondini chiede
verità che ai destini sia lieve,
Rondinaria è ogni città,
Caterina è ogni pietà,
tra rovine di pietra e di oro
ci teniamo per mano con loro,
con la rondine, istinto di volo,
con il giunco che soffre da solo.
Hirundo et Arundo,
lei vola,lui mormora e sa.
effimera è l'umanità;
e il tempo ci mangia
ma il vento ci porta e va.
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7. |
Medley d'amore
06:29
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8. |
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9. |
Blasco
02:38
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10. |
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Stasera la nebbia
si raccoglie su me da ogni dove
e nel grigio il sole rosso
se ne sta sospeso dietro agli alberi,
è una magia.
Un pensiero è comparso
nel più limpido gelo d'inverno
che è muta stagione
e ricopre l'anima
col suo silenzio,
l'anima tua.
Nell'autunno io avevo
nostalgia dell'antica casa mia,
crisantemi giganti e pallidi,
nel tempo dei morti,
nelle vento di velluto
delle sere di novembre,
era nostalgia
un cadere di foglie
che mormora piano
e la neve d'un tratto
che gela i pensieri,
zitta fa tutto bianco e immobile
e io guardo l'inverno,
che non ha colori
e non ha ricordi
per me.
Ed il sole è una palla,
come un vetro a Natale
su un albero grande di nuvole,
rosso, rimane lì
sospeso
e mi guarda negli occhi
Forse sei tu...
sei tu...
sei tu?
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11. |
In cheste sere / Take 1
05:21
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In cheste sere
cun i arbui in flor
e il cjant celest
dai nestris rusignui
si spiete gnot
par dì che no sin soi
[In questa sera / con gli alberi in fiore / e il canto celeste dei nostri usignoli/ si aspetta la notte / per dire che non siamo soli]
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12. |
Medley Pandora-Duende
04:44
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13. |
In cheste sere / Take 2
03:50
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In cheste sere
cun i arbui in flor
e il cjant celest
dai nestris rusignui
si spiete gnot
par dì che no sin soi
[In questa sera / con gli alberi in fiore / e il canto celeste dei nostri usignoli/ si aspetta la notte / per dire che non siamo soli]
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Caterina Fiorentini Trieste, Italy
Born in Udine in 1970, Caterina lives in Trieste and is married with Giorgio.
Composer and songwriter, vocalist and
instrumentalist (she is a pianist, an accordionist and a vocalist), she calls herself as a "cantastorie". She is a musician, but also merges music with other arts, such as storytelling, video making, sketching and painting.
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